Radioline, scoppia il caso sicurezza. Il presidente UEC: “La sicurezza dei corridori rimane la priorità”
Un nuovo dibattito legato al tema della sicurezza si apre nel mondo del ciclismo. Un articolo de La Gazzetta dello Sport ha infatti evidenziato la pericolosità delle radioline per l’incolumità dei corridori. Il posizionamento degli apparecchi, incastrati sotto la divisa sulla schiena dei corridori, viene ritenuto pericoloso in caso di caduta. Terminare a terra e battere la schiena con la radiolina può risultare un rischio da non sottovalutare, soprattutto considerato che si trova generalmente in corrispondenza della spina dorsale. L’episodio accaduto a Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) al Tour de France 2018 deve far riflettere in proposito, soprattutto per le conseguenze che avrebbe potuto avere sul siciliano.
Sull’argomento è intervenuto Rocco Cattaneo, presidente dell’Union Européenne de Cyclisme, l’associazione che organizza gli europei di ciclismo: “L’interessante articolo de La Gazzetta dello Sport del 22 agosto ha evidenziato una situazione critica che, a nostro parere, va affrontata prima che si trasformi in una vera e propria emergenza ed apre una profonda riflessione. Dall’articolo emerge che le radioline potrebbero rappresentare un potenziale pericolo per l’incolumità degli atleti stessi in caso di cadute, in modo particolare per la spina dorsale, visto che vengono posizionate proprio sulla schiena; un aspetto che non deve essere assolutamente tralasciato”.
Il presidente UEC ha poi ricordato la posizione dell’istituzione, auspicando soluzioni per il futuro: “Dal canto nostro fin dall’istituzione del primo campionato europeo ELITE su strada nel 2016, non abbiamo mai autorizzato l’utilizzo di apparati radio in corsa e ora, anche alla luce delle conseguenze di alcune cadute delle scorse settimane, siamo ancor più convinti della nostra scelta. Condividiamo pienamente la posizione del Presidente del CPA (Cyclistes Professionnels Associés) Gianni Bugno che auspica in una ricerca di soluzioni che possano ridurre i pericoli per l’incolumità degli atleti. La sicurezza dei corridori rimane la nostra priorità, proprio per questo siamo disponibili a collaborare con l’Union Cycliste Internationale e con il CPA per affrontare questa situazione nel più breve tempo possibile”.
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